Il caso Rembrandt by Tzvetan Todorov

Il caso Rembrandt by Tzvetan Todorov

autore:Tzvetan Todorov [Todorov, Tzvetan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Art, History, General, Baroque & Rococo
ISBN: 9788811146698
Google: 6svIDQAAQBAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2017-02-07T23:00:00+00:00


31. Giovane addormentata, 1654 circa. Disegno a pennello e acquerello bruno lumeggiato di bianco. B. 1103, Londra, British Museum.

Potrebbe essere diversamente? A un artista, nel momento della creazione, chiediamo di dare prova di certe qualità, e non abbiamo in mente la gentilezza (nei confronti dei personaggi o di altri membri della specie umana), né la benevolenza, né la generosità, né la volontà di proteggere. Preferiremmo invece che fosse spietato – con sé stesso e con l’umanità – per spingersi oltre i suoi predecessori nella ricerca di una verità nuova, e più profonda, dell’essere umano, per allargare i confini di ciò che ne conosciamo. È questa verità che nell’arte chiamiamo «bellezza». Dai grandi pittori non ci aspettiamo una prova della loro virtù né una condanna dei vizi altrui, ma la capacità di capire e farci capire l’essere umano, i ladri e gli assassini come i santi e gli eroi. La produzione dell’opera esige l’investimento di tutte le forze dell’artista e lo rende quindi indifferente al mondo circostante, privandolo delle qualità che egli stesso mette in risalto.

Si può dire che di conseguenza l’artista volga le spalle ai fratelli umani? Immaginiamo che i bisogni più immediati dell’individuo siano stati soddisfatti e accantoniamo il caso ipotetico dell’uomo che si preoccuperebbe solo di sé stesso. All’orizzonte di ciascuno di noi si profilano allora obiettivi diversi: ci concentriamo prioritariamente sulle persone con cui viviamo o su entità lontane e astratte, come il popolo, l’umanità, il mondo. Nella nostra immaginazione associamo gli artisti-creatori a questa seconda scelta. Il loro scopo ultimo è creare un’opera quanto più perfetta possibile, e questo impone di staccarsi dal mondo comune, condannarsi alla solitudine e trascorrere lunghe ore a costruire un oggetto fatto di linee e colori, o di toni e armonie, oppure di parole. La loro ricompensa, quando c’è, sarà che innumerevoli spettatori, ascoltatori e lettori di diversi paesi ed epoche avranno l’impressione di essere personalmente interpellati dalle loro opere. La solitudine temporanea avrà generato una comunicazione infinita.

La situazione è analoga per quanto riguarda gli scienziati: assorti nei loro tentativi di penetrare i segreti della materia o della mente, si scordano delle finalità immediate delle loro ricerche; la conoscenza diventa un fine a sé, l’uso a cui potrebbe essere applicata riveste un’importanza secondaria. Le generazioni future saranno loro riconoscenti, sebbene familiari e amici a volte si lagnino della loro assenza, ma quando ci si è messi al servizio dell’umanità non sempre si ha il tempo di occuparsi di chi ci sta intorno. Idem per i filosofi. Eraclito ed Epicuro, Platone e Aristotele hanno formulato alcune verità essenziali sull’uomo e ci parlano ancora oggi, dopo secoli e secoli. Ci importa poco sapere se il raggiungimento della saggezza ha comportato dei sacrifici nell’esistenza quotidiana da parte dei loro cari o di loro stessi.

Gli artisti del passato erano consapevoli di questa tensione fra finalità diverse e hanno accettato le conseguenze della loro scelta. L’instancabile e tenace perseguimento del bello e del vero non conduce automaticamente alla felicità immediata, anzi, il prezzo da pagare può



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